Pagina 109 - Self Rivista - Anno 1 n°3

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rendeva ancora più difficile andare ad appuntamenti successivi
dove si aspettava una maggiore intimità.
In analisi Amy sviluppò rapidamente un attaccamento intenso
ed arcaico per l’analista. Per esempio, nella terza seduta
confessò di aver fatto numerose chiamate allo studio
dell'analista e una chiamata a casa e di essere arrivata in auto
fino allo studio parecchie volte. Diventò ossessivamente
preoccupata di avere informazioni riguardo all'analista: dove
viveva, quale auto guidava, e altri dati personali. Quando
l'analista non gliele forniva cercava le informazioni per conto
suo, ad esempio chiamando l’ Università dove l'analista aveva
studiato medicina. Inoltre cercava di apparire simile alla sua
analista imitandone la pettinatura e il modo di vestire. "Voglio
diventare come lei o voglio scoparla?” si chiedeva molto
espressivamente. A quel punto Amy capì che essere come la
sua analista l'aiutava a sentire una distanza da sua madre.
Amy scoprì dove abitava la sua analista e faceva delle visite
giornaliere per controllare come andassero le cose. Controllava
anche la registrazione del chilometraggio della macchina
dell'analista così da poter conoscere ogni viaggio fatto da lei. Si
impegnò in “appostamenti
“, sedendo fuori dei cinema - per
esempio - per ore di seguito, nella speranza di vedere la sua
analista durante i weekend.
E l'analista era sopraffatta dalla forza e dall'intensità
dell'interesse di Amy nei suoi confronti e sentiva sempre di più
che tutto questo era una ripetizione del trauma precoce di
Amy. Ora era l'analista ad essere soggetta all'invasione
dolorosa e umiliante del proprio spazio personale, come Amy lo
era stata nella sua infanzia, mentre Amy poteva avere il ruolo
di chi viola.