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difficoltà di comportamento. Venne sottoposta alla sua prima
consultazione psichiatrica all'età di due anni e mezzo perchè
aveva attacchi di ira e si rifiutava di parlare. Il referto del
medico segnalava che quando Amy rifiutava di
accondiscendere a sua madre riguardo al vasino, la madre
tentava di inserirle supposte ripetendo - riteniamo - le prime
violazioni traumatiche dell’integrità corporea della bambina, e
Amy cercava di scappare terrorizzata. Quando sua madre
tentava di farla parlare, lei rifiutava cocciutamente, tentando
apparentemente quindi di restaurare il senso di inviolabilità che
veniva distrutto incessantemente.
Amy aveva pochi ricordi di suo padre, che chiaramente
preferiva a lei il suo fratello maggiore e sembrava trovare
intollerabile la sua personalità. Quando il padre e il fratello
passavano il tempo insieme e lasciavano Amy fuori, lei reagiva
cercando di intrudere nella loro relazione, e si sfogava nei modi
più distruttivi. Questa intrusività diventò un marchio della sua
personalità infantile. Per non essere esclusa da nulla, fin dalla
sua più tenera età invadeva e penetrava gli altri, tanto quanto
lei era stata traumaticamente violata. Chiaramente, molto
precocemente, per Amy l'attaccamento diventò l’equivalente di
un'invasione, sia nel senso di invadere che di essere invasa.
Il padre di Amy morì di leucemia quando lei aveva sette anni.
Dopo la sua morte lei piombò in una palude di sintomi'. Era
terrorizzata di morire nel suo letto e soffriva di ricorrenti mal di
stomaco. Interrogava incessantemente la madre riguardo alla
morte del padre e voleva che le venisse ripetuta all'infinito.
Aveva paura di avere anche lei un cancro, e implorava sua
madre di portarla dal dottore perchè controllasse piccoli
gonfiori. Chiaramente ci sembra che la malattia e la morte del