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Donna M. Orange
IL TESTIMONE POST-CARTESIANO E LA PROFESSIONE
PSICOANALITICA
Traduzione Gianni Nebbiosi, Susanna Federici
Parole chiave
Abuso; Atwood, G.; Comprensione emotiva; Esperienza d’oggetto-sé;
Ferenczi, S.; Funzione d’oggetto-sé; Gadamer, H.G.;
Intersoggettività; Memoria; Mente isolata; Miller, Residui cartesiani;
A.; Stolorow; R.D.; Testimone; Testimonianza; Trauma;
Rispecchiamento; Wittgenstein, L.
Stimolata dalla passione di Alice Miller (Miller, 1990), convinta dal
mio lavoro clinico, e preparata a forzare i limiti della psicologia del sé,
in
Emotional Understanding
(1995) ho affermato che la testimonianza
è una funzione d’oggetto sé e una forma di disponibilità emotiva. La
capacità di avere disponibilità emotiva - idea che ho preso in prestito
dalla teoria dell’attaccamento - si adatta facilmente alla mia visione
intersoggettiva della psicologia del sé. Svolgere funzioni d’oggetto sé,
o fornire opportunità per esperienze d’oggetto sé, richiede
disponibilità emotiva: una capacità ed un atteggiamento
indispensabili per la vocazione psicoanalitica. Una forma di esperienza
d’oggetto sé particolarmente importante nel trattamento di coloro che
sono sopravvissuti a traumi, è una capacità emotiva speciale, una
prontezza dell’analista o del terapeuta, ad essere testimone.