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sperimentato solo in forma di stati psicosomatici diffusi o
enactments comportamentali. L’analista, nell’ambito di una
relazione con la paziente estremamente problematica, si chiede in
che modo un processo psicoanalitico possa alterare l’impatto di un
trauma precoce.
Il contributo di
Donna Orange
è in un articolo dal titolo:
Antidoti
e alternative: il realismo prospettivista e i nuovi
riduzionismi
. Il proposito della Orange è offrire una alternativa
filosofica al riduzionismo. L’autrice esamina quello da lei definito
“nuovo riduzionismo” che influenza la psicoanalisi attuale attraverso
l’affermazione di teorie legate alla scienza cognitiva e alle reti
neurali, in nome di una cosiddetta “traducibilità” di un linguaggio in
un altro, mantenendo gli stessi significati. Dice Orange: “l’individuo
deve essere visto in contesti sistemici di sviluppo relazionali,
temporali, storici. Il mentale è il mondo esperienziale dei sistemi
intersoggettivi e non si traduce in termini neurali o di apparato
senza la perdita di significato”. L’alternativa proposta da Orange è il
realismo prospettivista, così definito nel 1995, ne “La comprensione
emotiva” il realismo prospettivista riconosce che la sola verità o
realtà a cui la psicoanalisi da’ accesso è l’organizzazione soggettiva
dell’esperienza, per come viene capita in un contesto
intersoggettivo…”.
Sperando che queste note editoriali siano di sprone e
accompagnamento alla lettura, vi lasciamo a questo numero di
SELF
.