Pagina 123 - Self Rivista - Anno 1 n°3

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possono essere soltanto affrontati
spostandosi dalla corteccia
verso il basso e descrivendo i sistemi sotto-corticali, specialmente
quelli nell’emisfero destro che si connettono con il corpo (p. 2
della versione web di Shore, 2001, corsivo mio).
Shore continua:
A livello orbitofrontale, la complessa informazione esterocettiva
elaborata dalla corteccia riguardante l’ambiente esterno (come,
per esempio, l’informazione visiva e prosodica che emana da un
volto emozionato) viene integrata con informazioni interocettive,
elaborate corticalmente, a proposito dell’ambiente viscerale
interno (come i contemporanei cambiamenti negli stati somatici).
La corteccia funziona così per raffinare le emozioni in accordo con
l’input sensoriale corrente, e consente l’attivazione adattativa
degli stati somatici interni in risposta a cambiamenti
nell’ambiente esterno, che vengono considerati come significativi
(p. 2).
Shore crede che il suo approccio sfugga alla critica “del
cervello isolato” perché il cervello destro può immagazzinare
rappresentazioni relazionali. “Questa prospettiva interattiva
cervello-cervello esplora la neurobiologia dell’intersoggettività, vale
a dire i meccanismi mediante i quali le interazioni interpersonali co-
regolano gli stati psicobiologici in un campo intersoggettivo creato
da due cervelli in interazione”. Shore conclude:
interpreto l’affermazione di Freud della centralità dei processi
inconsci nella vita di tutti i giorni per intendere che il cervello
destro è “dominante” negli umani e che i problemi più
fondamentali dell’esistenza umana non possono essere compresi
senza rivolgere l’attenzione all’area primordiale (p. 50).