Pagina 139 - Self Rivista - Anno 1 n°3

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seconda della prospettiva di quale dei due partecipanti stiamo
considerando, del significato del denaro in una data cultura, della
differenza di classe economica tra paziente e analista, e così via:
l’onorario è quello che è nella moneta di un dato paese in un dato
periodo, proprio come il re degli scacchi è localizzato dove si trova.
Ma questa verità dà luogo a molte possibilità di significato e di
comprensione tra le persone coinvolte. Questa visione della verità
condivide elementi delle teorie della corrispondenza e della
coerenza, ma non è riducibile a nessuna delle due. Qualcosa può
essere vero (corrisponde a certe condizioni) ma il significato dei
termini usati nell’affermazione di verità dipende dal contesto
dell’uso (coerenza).
Wittgenstein non ha mai messo in discussione lo stato delle cose,
per esempio che l’Inghilterra e l’Austria siano in parti diverse
dell’Europa. Egli ha tentato di farci vedere come tali affermazioni
abbiano senso o abbiano significato entro i sistemi di
comunicazione che ha chiamato giochi linguistici. Così io affermo il
suo sostegno alla mia dichiarazione che c’è la realtà, ma che la mia
prospettiva e cultura limitano la mia conoscenza di essa, che è
significativa soltanto entro sistemi, e che è necessaria la
conversazione affinché emergano i suoi significati. Io chiamo
comprendere il processo di creare insieme – processo che include
nei suoi termini sia dire che mostrare – il senso di qualunque cosa
troviamo.
Altrove (Orange, 2000) ho discusso le conseguenza cliniche della
mia ottica realista prospettivista. Per ora basti dire che essa è
inesorabilmente anti-riduzionista, dialogica, sistemica (Thelen e
Smith, 1994; Fogel, 1993), orientata al significato e resistente (11)
all’impulso, all’etichettamento e alla categorizzazione, quali che
siano le origini multiple di questo impulso.