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approfondimento del concetto di oggetto-sé di Kohut (1971)
suggerivamo che "le funzioni di oggetto-sé attengono
fondamentalmente
all'integrazione
dell'affetto"
entro
l'organizzazione dell'esperienza di sé, e che il bisogno di legami di
oggetto-sé “riguarda fondamentalmente il bisogno di una
responsività [sintonizzata] con gli stati affettivi in tutti gli stadi del
ciclo della vita" (p. 105). Le riflessioni di Kohut sul desiderio di
rispecchiamento, ad esempio, erano viste come un sottolineare il
ruolo del sintonizzarsi con un atteggiamento di apprezzamento
nell'integrazione di stati affettivi espansivi, là dove la sua
descrizione del bisogno di idealizzazione era vista come indicativa
dell'importanza di un holding e di un contenimento emotivi
sintonizzati per l'integrazione di stati affettivi reattivi dolorosi.
L'esperienza emotiva veniva concepita in questo primo articolo
come inseparabile dai contesti intersoggettivi di sintonizzazione e di
cattiva sintonizzazione in cui era esperita.
Numerosi studi di psicologia dello sviluppo e di neurobiologia
hanno affermato l'importanza motivazionale centrale dell'esperienza
affettiva per come si costituisce in modo relazionale all'interno dei
sistemi bambino-figura di accudimento (vedi Sander 1985; Stern,
1985; Demos e Kaplan, 1986; Lichtenberg, 1989; Beebe e
Lachmann, 1994; Schore, 1994; Jones, 1995; Siegel, 1999). Se
comprendiamo il primato motivazionale dell'affettività-
Befindlichkeit, siamo in grado di contestualizzare un largo spettro di
fenomeni psicologici che tradizionalmente sono stati al centro
dell'indagine psicoanalitica, inclusi il conflitto psichico, il trauma, il
transfert e la resistenza, l'inconscio, e l'azione terapeutica
dell'interpretazione psicoanalitica.
Nel primo articolo sugli affetti e le funzioni di oggetto-sé
(Socarides e Stolorow 1984-85), alludevamo alla natura dei