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bisogno per essere assistito nel tollerarlo, contenerlo e modularlo, è
profondamente assente.
Una conseguenza del trauma dello sviluppo, concepito in modo
relazionale, è che gli stati affettivi assumono significati duraturi e
distruttivi. Sulla base delle esperienze ricorrenti di cattiva
sintonizzazione, il bambino acquista la convinzione inconscia che le
aspirazioni evolutive che non sono state corrisposte e gli stati
emotivi dolorosi siano manifestazioni di un difetto ripugnante o di
una cattiveria interna. Spesso si stabilisce un ideale del sé
difensivo, a rappresentare un’immagine di sé purificata degli stati
affettivi dolorosi che venivano percepiti come indesiderati o fonte di
danno per le figure di accudimento. Vivere all'altezza di questo
ideale affettivamente purificato diventa una richiesta centrale per
mantenere dei legami armoniosi con gli altri e per mantenere alta la
stima di sé. L'emersione dell'affetto proibito è quindi esperita come
un fallimento nel compito di impersonare l'ideale richiesto, come
una esposizione dei difetti essenziali e della cattiveria sottostanti,
ed è accompagnata da sentimenti di isolamento, vergogna e
disgusto di sé. Nella situazione psicoanalitica le qualità o le attività
dell'analista, che si prestino a essere interpretate in accordo con tali
significati affettivi inconsci, confermano le aspettative del paziente
secondo cui nel transfert stati emotivi emergenti saranno accolti
dall’analista con disgusto, sdegno, disinteresse, allarme, ostilità,
ritiro, sfruttamento e atteggiamenti simili, o che danneggeranno
l'analista e distruggeranno il legame terapeutico. Tali aspettative
transferali, inconsapevolmente confermate dall'analista, sono una
potente sorgente di resistenza a fare esperienza e formulare
l'affetto. Transfert ripetitivi intrattabili e resistenze possono essere
spiegati, da questa prospettiva, come stati attrattori rigidamente
stabili (Thelen e Smith,1994) del sistema paziente-analista, in cui i