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un contenitore cartesiano isolato, la limitazione degli orizzonti
dell'esperienza emotiva è qui concettualizzata come una proprietà
emergente di sistemi intersoggettivi dinamici in evoluzione
(Stolorow, 1997). Gli orizzonti dell'esperienza, che si formano ed
evolvono all'interno di una connessione di sistemi viventi, sono
concepiti come fluidi e sempre cangianti, prodotti sia della storia
intersoggettiva unica della persona, sia di ciò che si permette o non
si permette che venga esperito all'interno dei campi intersoggettivi
che costituiscono la vita corrente di un essere umano. Befindlichkeit
include sia il sentimento che i contesti in cui a tale sentimento è
permesso o non è permesso arrivare ad esistere.
Analogamente agli orizzonti costretti e ristretti dell'esperienza
emotiva, anche gli orizzonti in espansione possono essere concepiti
solo nei termini dei contesti intersoggettivi entro cui essi prendono
forma. Chiuderò ora con alcune osservazioni riguardo l'azione
terapeutica dell'interpretazione psicoanalitica.
C'è stato un lungo dibattito in psicanalisi sul ruolo dell'insight
cognitivo nei confronti dell'attaccamento affettivo nel processo del
cambiamento terapeutico. I termini di questo dibattito sono
direttamente derivati dal dualismo filosofico di Cartesio, il quale
seziona l'esperienza umana nei due domini cognitivo e affettivo.
Tale frattura artificiale della soggettività umana non è più a lungo
sostenibile in un mondo filosofico post-cartesiano. La cognizione e
l'affetto, il pensiero e il sentimento, l'interpretazione e la relazione
sono separabili solo nella patologia, così come nel caso dello stesso
Cartesio, un uomo profondamente isolato che creava la dottrina di
una mente isolata (Gaukroger, 1995), di un cogito incorporeo,
decontestualizzato e sradicato.
La dicotomia tra l'insight attraverso l'interpretazione e il
legame affettivo con l'analista si rivela essere falsa, una volta che