Pagina 47 - Self Rivista - Anno 1 n°3

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modo in cui viene riconciliato il conflitto tra i desideri istintuali
insoddisfatti e le forze che si oppongono ad essi. Nel caso della
nevrosi, “l’Io resta veritiero nella sua fedeltá al mondo esterno e
tenta di soggiogare l’Es”, mentre nella psicosi “l’Io permette a sé
stesso di essere soggiogato dall’Es ed [è] in tal modo staccato
dalla realtá” (1926). In una formulazione simile ma piú complessa
(Freud, 1926), nevrosi e psicosi traggono origine dalla ribellione di
una parte dell’Es nei confronti delle frustrazioni del mondo esterno.
Il conflitto è risolto in ogni caso in due stadi:
[Il primo stadio e’] lo strappo dell’Io dalla realtá, mentre [nella
nevrosi] il secondo [stadio] prova a migliorare il danno fatto e a
ristabilire la relazione con la realtá a spese dell’Es … Con la psicosi,
il secondo stadio è sia un tentativo di rendere buona la perdita della
realtá, anche se a scapito di una restrizione dell’Es, che, utilizzando
un modo piú elegante, il creare una nuova realtá che non è a lungo
piu’ aperta alle obiezioni rispetto a quella che è stata abbandonata
(1926, p.203-204).
Freud ha sintetizzato la differenza dichiarando che “nella
nevrosi una parte della realtá è evitata da una sorta di volo, ma
nella psicosi essa è rimodellata” (1926 b, p.204). Questo
rimodellamento rappresenta “un nuovo fantastico mondo esterno
della psicosi [che] tenta di collocarsi al posto della realtá esterna”
(1926b, p.204).
La distinzione tra la nevrosi e la psicosi, cosí concepita, si basa su
una visione della mente che è cartesiana alla quinta essenza, dato
che immagina la persona come un essere - una cosa pensante - che
comprende, accuratamente o no, la realtá esterna che la circonda.