49
L’esperienza dell’annichilimento personale
Un’aura di impenetrabilitá ha circondato da sempre le psicosi,
cosí lontane dall’esperienza comune ordinaria e perció cosí
estremamente difficili o addirittura impossibili da raggiungere
empaticamente. Questa difficoltá avvertita, appartiene sicuramente
alla definizione stessa di queste patologie, in quanto la loro
caratteristica essenziale è paragonata ad un allontanamento dal
cosiddetto mondo vero e reale in cui vive un individuo normale.
Secondo il nostro punto di vista, tuttavia, le difficoltá che si
incontrano nel provare empatia per gli stati soggettivi presenti in
questo spettro cosí ampio di disturbi psichici, non sono
semplicemente dovute alle esperienze implicate che sono cosí
lontane dalla vita normale di un essere umano. Da una fonte
completamente diversa, emerge un grosso ostacolo, e cioé le
convizioni del clinico che osserva sulla natura dell’esperienza in se
stessa e in ultima analisi sulla natura della persona. Quando si
pensa che una persona possiede una mente, e a sua volta questa
mente e’ concepita come se avesse un’interioritá occupata da
contenuti psichici consci (e probabilmente inconsci), viene
automaticamente stabilita una struttura che definisce nettamente i
confini di una individualitá rispetto ad un mondo esterno
oggettivamente reale. Questo quadro dicotomizza il campo
soggettivo in un (mondo) interno e uno esterno, reifica e irrigidisce
la distinzione tra essi e concepisce la struttura che ne emerge come
costitutiva dell’esistenza umana in generale.
Una volta compreso che la prospettiva cartesiana della
persona reifica e universalizza questo specifico modello di