Pagina 51 - Self Rivista - Anno 1 n°3

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la rottura dell’unitá del mondo significa la perdita di una realtá
stabile, in relazione alla quale viene definito e sostenuto il senso di
sé, e a questo segue inevitabilmente un’esperienza di
frammentazione del sé. Perció la disintegrazione del mondo e la
dissoluzione del sé sono due aspetti inseparabili di un unico
processo, due lati della stessa catastrofe psichica.
L’esperienza di annichilimento si trova nel nucleo centrale delle
psicosi, e ció viene spesso espresso direttamente nelle affermazioni
in cui la persona si sente morta o che sta morendo, che non ha un
sé, che non esiste, che è assente piuttosto che presente. Spesso
viene detto anche che il mondo non è reale, che si è frammentato
in piú pezzi, e che sta giungendo alla fine. Qualche volta la
distruzione della realtà personale si rende evidente nell’esperienza
di precipitare per sempre, di girare senza controllo, di contrarsi
all’infinito e di scomparire, o di essere inghiottito nell’ambiente
circostante. Tuttavia nel quadro clinico predominano piú
frequentemente gli sforzi riparativi per ridare senso all’esistenza, e
questi sforzi appaiono in una grande varietá di forme. Il senso di
essere irreale o di diventarlo, ad esempio, dà origine alla continua
preoccupazione di guardarsi allo specchio, come se fissarsi sul
contorno dell’essere corporeo potesse compensare la sensazione di
un evanescente senso di sé personale. L’esperienza di morte al
centro dell’esistenza di una persona, porta in contrapposizione a
cercare un senso di vitalitá che può essere offerto dall’intensità
della sensazione in un dolore auto-inflitto, in una sessualitá
bizzarra, o in situazioni e avventure eccitanti che sfidano la morte.
Il dissolversi dei confini corporei, e il sentimento terrificante di
fondersi con l’ambiente circostante fa sì che si arrivi a indossare piú
abiti l’uno sull’altro, ed esprime il tentativo di ristabilire e
proteggere un senso devastato di una integritá di sé delimitata.