Pagina 55 - Self Rivista - Anno 1 n°3

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Il contesto intersoggettivo dell’ annichilimento
Nel libro
“Intersoggettività e lavoro clinico”
(Orange, Atwood &
Storolow, 1997), si afferma che l’esperienza dell’annichilimento
personale riflette una catastrofe intersoggettiva in cui sono crollate
al livello più fondamentale quelle relazioni con gli altri che
sostenevano psicologicamente la persona. In che cosa consiste
questo crollo? Consiste nella perdita di connessioni convalidanti e
confermanti con gli altri e nella disgregazione del mondo soggettivo
attraverso la violazione e l’usurpazione. Sebbene le circostanze e gli
eventi concreti della vita che giocano un ruolo fondamentale
nell’origine dell’annichilimento siano particolarmente variabili, essi
hanno in comune l’effetto di indebolire il senso di esistere e di
essere reale di una persona nei suoi aspetti piú essenziali, inclusa
l’esperienza di se stessa come soggetto e agente attivo, come se
possedesse un’identità coerente e avvertita come autenticamente
propria, come se possedesse un confine ben delimitato e che
delimita l’io dal non io, e come fosse continua nel tempo e oltre la
storia.
Considerare l’annichilimento psichico nel contesto di un campo
intersoggettivo significa dire che questa esperienza viene
interpretata come se accadesse all’interno di un sistema vivente di
mutua influenza. Le manifestazioni visibili dell’esperienza non sono
quindi viste scaturire da una condizione patologica localizzata
semplicemente all’interno del paziente; e neppure tuttavia, sono
considerate semplicemente come reazioni conseguenti a una
vittimizzazione primaria per mano degli altri. Queste concezioni
unilaterali, che sottolineano un’unica determinazione sia da parte
del paziente sia da parte dell’ambiente umano, non tiene in
considerazione il complesso processo transazionale che avviene tra
i due. Talvolta le persone che vivono le esperienze descritte sopra,