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regole delle buone maniere, la danza, i guanti bianchi e altre
irrealtà della vita” (1995, p. 27); e all’interno della condizione
determinata da queste aspettative c’era ben poco spazio per quella
ragazza intensa e mercuriale che lei descrive di essere stata. La
visione del sangue sottoposto all’enorme pressione della centrifuga
dà forma all’effetto schiacciante che avevano avuto i ruoli che le si
richiedeva di ricoprire sull’esperienza di sé della Janison. Quando
esplode la centrifuga questi ruoli sono disintegrati e ha luogo una
sorta di liberazione dello spirito vitale che precedentemente era
imprigionato. Ma questa liberazione avviene in un caos senza
struttura che nega il mondo ordinato e strutturato al quale aveva
dovuto adattarsi, ma che non contiene nulla di organizzato che ne
prenda il posto.
Lo stato maniacale, visto da un punto di vista post-cartesiano
intersoggettivo, non deve essere descritto solo come difesa ontro la
depressione e non può essere spiegato come l’esito di
trasformazioni esclusivamente intrapsichiche. Un significato della
mania che ha un’importanza pervasiva è che essa può esprimere
una sorta di protesta contro gli accomodamenti annichilenti verso
programmi e ruoli che non sono autenticamente quelli della persona
stessa. La mania dunque fornisce una riparazione transitoriadella
sensazione di essere iniziatori delle proprie azioni e della autenticità
dato che rompe la “coesione a prestito” (Brandchaft, 1993) di
un’identità che si basa sulla compiacenza verso i programmi degli
altri. La ragione per cui questa riparazione può essere solamente
transitoria ed è sempre tanto distruttiva, è che la protesta
maniacale è un’esplosione di pattern familiari che avviene in
assenza di qualsiasi tipo di organizzazione psicologica che possa
costituirne un’alternativa. I segni diagnostici classici che definiscono
lo stato maniacale possono quindi venir compresi come