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commozione cerebrale e una ferita al ginocchio che le aveva
procurato parecchie settimane di fortissimo dolore. Il suo corpo
ferito, precedentemente intatto e fonte di sicurezza, adesso era
diventato luogo di grande sofferenza e di una sensazione di
vulnerabilità senza precedenti.
La reazione catastrofica alla risposta non convalidante della
madre alla sua richiesta di aiuto, sicuramente non è indipendente
dalle situazioni di potente stress appena descritte. Come possiamo
comprendere l’impatto di queste diverse circostanze traumatiche e
del loro contributo alla sua successiva esperienza di annichilimento?
Per rispondere a questa domanda torniamo alla storia della vita
della paziente.
Fino al momento della crisi e della successiva
ospedalizzazione, la paziente era stata - in ogni caso almeno in
apparenza - una persona che funzionava a un livello molto alto.
Aveva mantenuto la media di Ottimo nel corso di tutta la carriera
scolastica, aveva molte amicizie di lunga data, ed era considerata
una persona felice da tutti quelli che la conoscevano. Anche la sua
famiglia sembrava del tutto normale al mondo esterno, teneva bene
il prato, andava regolarmente in chiesa, e contribuiva alle
organizzazioni della loro comunità. Tuttavia nella famiglia c’era una
follia nascosta perché la paziente aveva subito abusi sessuali
segreti da parte del padre durante tutta l’infanzia. A partire dall’età
di due anni aveva fornito gratificazione sessuale orale al padre due
o più volte ala settimana. Le visite del padre nella sua camera da
letto avvenivano sempre nel bel mezzo della notte quando tutti gli
altri membri della famiglia stavano dormendo. Lui era molto gentile
durante questi incontri: la svegliava con parole del tipo “Ok, tesoro
è di nuovo il nostro momento speciale” dopodiché le inseriva il pene
nella bocca e lentamente raggiungeva l’erezione e poi l’orgasmo. A