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questo punto le rimboccava le coperte e se ne andava
silenziosamente. Soltanto una volta la paziente aveva detto
qualcosa a qualcuno proposito di queste visite notturne, quando
all’età di sei anni aveva descritto le azioni del padre a una
compagna di scuola. A quel tempo pensava che tutti i padri
facessero rituali simili con le figlie e rimase molto sorpresa davanti
allo shock e all’orrore della sua amichetta. La compagna lo disse
alla madre e questa a su volta chiamò la madre della paziente e le
raccontò la storia. Sconvolta terribilmente la madre chiamò il
medico di famiglia e raccontò tutto l’incidente. Fu rassicurata
enormemente quando il medico le spiegò che le bambine intorno ai
sei anni inventano comunemente storie del genere che non sono
altro che l’espressione del loro precoce sviluppo sessuale. Più tardi
nello stesso giorno la madre informò con durezza la paziente che
sarebbe stata duramente punita se avesse continuato a inventarsi
bugie del genere. Anche il padre prese la figlia da parte il giorno
dopo dicendole che sarebbe stato meglio per lei se avesse
mantenuto il silenzio a proposito della loro speciale relazione.
Aggiunse che le persone generalmente non erano ancora pronte a
capire e ad accettare cose del genere, ma nel tempo il mondo
sarebbe cambiato e padri e figlie avrebbero comunque vissuto i loro
“momenti speciali”. Il padre le diceva anche che nelle case reali
dell’antico Egitto e dell’antica Grecia i genitori e i figli partecipavano
in questo tipo di atti d’amore e i risultati straordinari che queste
società avevano ottenuto tanti secoli fa erano in parte dovuti a
questo tipo di pratiche. Aveva proseguito col dirle che lui e lei erano
in realtà dei precursori di una nuova età in cui quei vecchi rituali
sarebbero stati fatti rivivere e in cui l’intero mondo sarebbe stato
rinnovato. Nel frattempo, tuttavia, sarebbe stato meglio se lei si
fosse tenuta per sé questi episodi. Lei promise che non avrebbe