Discussione del lavoro di Anna Maria Barbero
PONTI
IN COSTRUZIONE
Velleda C. Ceccoli
Sono molto contenta di essere con voi oggi e di avere l'opportunità di discutere il
lavoro della Dottoressa Barbero. Lei ci ha gentilmente aperto la porta del suo studio e
ci ha permesso di intravvedere il suo lavoro con Mario.
Sono molti i punti degni di discussione. Per rimanere nel tema della nostra conferenza,
mi concentrerò sul modo in cui, a mio avviso, noi costruiamo ponti tra mondi interni
ed esterni, tra parole ed azioni, e tra corpo e mente. Mi concentrerò sul modo in cui
diamo corpo al pensiero, pensiero e parole alle azioni; e sulle numerose incursioni
dell'esperienza incarnata, rimasta scollegata dal pensiero, che ci richiede di
costruire,
intersoggettivamente, un ponte o numerosi ponti, al fine di recuperare l'esperienza
stessa e una nuova opportunità di integrazione. Darò particolare attenzione al modo in
cui la vergogna incapsula e isola l'esperienza del soggetto, mandando in frantumi la
possibilità di trattenerla e di utilizzarla, innescando così la dissociazione come modalità
di sopravvivenza psichica. E infine, palerò del modo in cui gli
enactment
possono
aprire la strada alla simbolizzazione.
Mario è sopravvissuto all’abuso sessuale. E’ anche sopravvissuto alla violenza
familiare, e questo ci mette subito in guardia sulla possibilità che esista molto
probabilmente una disconnessione tra l’esperienza che Mario ha del suo corpo, della
sua sessualità e della sua fisicità e l’esperienza del suo sé interiore, della sua psiche e
della sua mente. La vergogna avvolge queste esperienze, e lo porta a un ulteriore
isolamento dell’esperienza di se stesso come persona di valore, e di se stesso con gli
altri. Nonostante questo, nei primi due anni di trattamento Mario riesce a costruire un
forte legame con Anna, che lo aiuta a trovare un lavoro migliore e più adatto, e ad
iniziare a parlare del trauma sessuale. Ma il divario esperienziale vissuto da Mario
ancora esiste. E Anna lo sa. Lei lo sente. Data la difficoltà finanziaria di Mario, Anna
accetta di interrompere il trattamento, ma penso che forse Anna sta
anche
riconoscendo il bisogno di Mario di fermarsi, e di integrare quanto è successo nel