Mario riflette che, pur avendo ora un maggior ruolo di protagonista della sua vita
rispetto al passato, sente di rimanere ancora dietro le quinte perché gli manca il
coraggio di uscire, e avverte la sua vitalità tuttora trattenuta.
L’analisi delle sensazioni corporee, delle immagini, dei vissuti che porta in terapia,
sono ben riassunte nelle sue parole quando gli chiedo di descrivermi il proprio
malessere.
Mario: è una sorta di agitazione… eccitazione forse!… anche!… come se dovessi
raggiungere una meta che non riesco…. Poi mi sento travolgere da queste sensazioni e
avverto la mente bloccata, paralizzata… così le sensazioni prendono il sopravvento,
sento il cuore esplodere, sopraggiungere l’angoscia che mi possa succedere qualcosa
di fisico…di un pericolo imminente che mi trascina giù nel vortice.
Bromberg sostiene che l'essenza della dissociazione risiede nel bisogno della mente di
disconnettere lo psiche-soma al fine di proteggere la propria illusione di un senso di sé
unitario, dalla minaccia dell'esperienza di violenza traumatica non elaborabile sul
piano cognitivo (1988 p.166)
LA SEDUTA CHE HA FATTO SCATTARE IL CLIK
L'atteggiamento empatico aveva permesso l'instaurarsi di una buona alleanza
terapeutica. Contemporaneamente l’uso del linguaggio “immaginativo” costituisce
nell’arco di tutta la terapia un importante strumento per rendere più espressivo,
attraverso l’articolazione di analogie e metafore, la corrispondente realtà del mondo
interno di Mario.
Nonostante tutto, si viene a creare un impasse dal quale non riusciamo ad uscire.
Mario, pur riconoscendo di aver raggiunto in questi anni maggior consapevolezza, di
aver capito molte cose con la ragione, emotivamente si percepisce “impantanato”.
E’ con questo grido di aiuto che inizia la seduta per la prima volta ben esplicitato in
parole, e ciò attiva in me la percezione empatica del senso di disperazione e di
impotenza creato dal suo vortice mentale. E’ questa empatia sensoriale che mi
avvicina al suo “stato” e mi induce ad introdurre un nuovo strumento nel contesto
analitico: il Rilassamento Muscolare Progressivo di Jacobson.
ALCUNE NOTE SULLA TECNICA
E’ una tecnica elaborata dallo statunitense Edmund Jacobson negli anni 30 basata
sull’alternanza contrazione/decontrazione di alcune fasce muscolari.
L’obiettivo della tecnica è di riprendere contatto con il corpo e approfondirne la
conoscenza in modo analitico. Agendo sui vari segmenti, si alternano contrazione e
rilassamento muscolare al fine di sciogliere in tempi brevi stati di tensione, stress e
ansia riportando la mente in uno stato di calma.