Commento alla relazione di Anna Maria Barbero
I PERCORSI DEL CORPO
Marina Amore
La lettura del bel caso clinico presentato da Anna Barbero, ha sollecitato in me
riflessioni sull’opportunità del tipo d’intervento scelto dalla terapeuta a favore, in
Mario, dell’integrazione tra il
desiderio
di cambiare e la
capacità
di cambiamento. Sono
dell’idea che il repentino mutamento dello stato affettivo di Mario sia effetto di ciò che
personalmente considero una delle mete più desiderabili, benché non sempre
accessibili, nel processo di riparazione terapeutica della dissociazione: mi riferisco
all’integrazione tra il registro mentale - l’immagine di sé - e il registro somatico
dell'esperienza - lo schema corporeo
Infine, evidenzierò quanto e come
questa
specifica azione terapeutica, non contemplata da un classico training analitico,
coerente con la cornice teorica relazionale e intersoggettiva della psicoanalisi, sia
generata dalla soggettività dell’analista.
“
Adesso basta
!” dice Anna. E’ da questo momento che la scena della relazione
analitica muta repentinamente, e l’ascoltatore ha la suggestione che rispetto alla
precedente prospettiva di ascolto, paziente e ricettiva, Anna diventa energica e
direttiva. Come potrebbe esserlo una madre esasperata per le molestie che i
compagni di gioco infliggono al proprio figlio che non ha ancora imparato a
difendersene. Anna sembra annusare un pericolo per Mario, qualora il tempo
dell’apprendimento sia ritardato oltre, e reagisce con fermezza a questa sensazione. I
i
Mi riferisco al lavoro
I principi organizzatori della dissociazione tra lo Schema e l’Immagine del corpo
da me presentato nel 2008 al Centro Milanese Isipsè in occasione del Ciclo Annuale di Seminari
2007/2008,
in cui prendo in considerazione il processo dissociativo dal punto di vista del fallimento
dell’integrazione tra lo schema e l’immagine corporea. Schema e immagine del corpo sono concepiti come
due sistemi distinti di rappresentazione dell’esperienza che generano dalle spinte motivazionali e la cui
specifica funzione va a supporto, rispettivamente, degli stati del bisogno e degli stati del desiderio. Una
mancata integrazione tra i due sistemi rende inaccessibile l’integrazione tra i bisogni, gli stati del sé
normalmente ancorati al qui ed ora, e i desideri, declinabili in rappresentazioni passate perdute o future e
possibili del Sé.
ii
Come mostrato anche dalla ricerca (De Bei, Colli, Vittorio Lingiardi, 2007), all’interno del contesto
relazionale i fattori tecnici emergono dalla relazione terapeutica – mostrando l’interconnessione profonda
tra le dimensioni soggettiva e tecnica della relazione tra lo strumento appreso e la soggettività di chi lo
applica. La tecnica diventa allora più che mai “le tecniche”, e il terapeuta, con la sua personalità, il suo
modo di partecipare alla relazione, di comportarsi etc., da osservatore, diventa egli stesso oggetto di
osservazione.