espressi dal lattante di tre mesi che si accorge di intervenire attivamente
sull’ambiente che lo circonda (Papousek e Papousek, 1977) - il senso di agency
individuale può evolversi a livelli di complessità crescenti - nell’ambito dei processi sia
impliciti che espliciti - in un esperienza di sé come centro autonomo di iniziativa,
percezione e pensiero, con caratteristiche di continuità, fluidità, e stabilità nel tempo.
Rispetto a queste caratteristiche, è stata evidenziata la capacità dei bambini di
pochi mesi e addirittura dei neonati (Tronick, 2004; Sander, 1991b) di formarsi
aspettative su come andranno le interazioni con gli accudenti significativi. La
possibilità di predire ciò che è prevedibile nel proprio ambiente così come le violazione
di tale previsione ha un potente effetto nell’organizzazione delle rappresentazioni pre-
simboliche del senso di sé del bambino (Lachmann, 2008). Le vicende relative
all’instaurarsi delle aspettative, la loro violazione ed eventuale riparazione, influiranno
quindi (sia nel bambino che nell’adulto) sulla capacità di modulazione tra diversi stati
del Sé - alla base dell’esperienza di continuità e stabilità del senso di Sé - e sulla
possibilità di integrare armonicamente o esacerbare il conflitto potenziale tra l’ “essere
distinti da” e l’ “essere insieme a”, tra l’individualità e l’intersoggettività.
In altri termini il processo di regolazione delle esperienze affettive nel proprio
contesto di vita influenza costantemente la costruzione del significato personale -
emotivamente connotato e in gran parte al di fuori della consapevolezza esplicita -
della propria presenza nel mondo (Tronick 2008)
i
.
Brandchaft (Brandchaft, 2010) definisce “adattamento patologico” -
diversamente dal buon adattamento in cui l’individualità è sostenuta e riconosciuta nel
contesto relazionale - il risultato della violazione ripetuta del senso del Sé del/della
bambino/a da parte dei caregivers. La realtà psichica dei genitori si è imposta su di
lui/lei non riconoscendolo/a, o riconoscendolo/a solo in parte, come soggetto. Pur di
mantenere il legame necessario alla sopravvivenza fisica e psicologica, egli ha
imparato a rinunciare all’espressione di quelle iniziative e bisogni personali che
potevano entrare in conflitto con le esigenze genitoriali. Rinuncia ottenuta acquisendo
la convinzione che l’aspirazione ai bisogni evolutivi non corrisposti e gli affetti ad essi
collegati, nonché il dolore per il non riconoscimento, siano espressione di un difetto
ripugnante o di una cattiveria interna per la quale non è degno d’amore. Istituendo, al
tempo stesso, un irraggiungibile ideale per dissociare i contenuti affettivi incompatibili
e rappresentare un immagine di sé - purificata dai contenuti affettivi “cattivi” -
nuovamente amabile (Stolorow, 1997; Moccia, 2000).
L’effetto di tale adattamento è che anche nella vita adulta esperienze più vicine
a ciò che può essere sentito come squisitamente personale ed autentico rischiano di
non poter essere metabolizzate e riconosciute in una definizione positiva del senso di
Sé.
Patrick, ad esempio - il paziente descritto da Brandchaft in “liberare lo spirito
dalla sua cella” (Brandchaft, 1991; 2010) - nonostante il successo nella professione di
architetto, la moglie e i figli, conduceva una vita senza gioia, tormentata da sensazioni
di vuoto e depressione a cui poteva far fronte soltanto gettandosi nel lavoro fino a
i
Tronick definisce tale significato come uno stato di coscienza psicobiologico che si presenta: “come un
assemblaggio dinamico, che cambia e si aggiorna continuamente, di significati, scopi, intenzioni e altro
provenienti dai singoli componenti dei vari livelli di organizzazione e di funzionamento dell’individuo”
(Tronick, 2008; pag. 353) Per Tronick quando un individuo riesce ad appropriarsi di un significato il suo
stato psicobiologico si allontana dall’entropia.
1...,137,138,139,140,141,142,143,144,145,146 148,149,150,151,152,153,154,155,156,157,...173