per il paziente e la sua soggettività. Rispetto, nell’ambito di un “ermeneutica della
fiducia” (Orange, 2011), che è un elemento necessario, ma non sempre sufficiente a
promuovere il cambiamento nella relazione terapeutica.
L’ampliamento del concetto di transfert avvenuto nell’ambito della psicologia del
Sé - a includere la dimensione relazionale della ricerca di esperienze che permettano il
riavvio di un processo evolutivo bloccato oltre che quella della ripetizione di vecchie
modalità di organizzazione problematiche - tradotto in una prospettiva sistemica dà
conto della duplice tendenza dei sistemi viventi alla stabilità e al cambiamento.
Questa prospettiva bidimensionale - ripetitivo/evolutivo - permette di sintonizzarsi
meglio alla dialettica tra prevedibilità e trasformazione - tra vecchio e nuovo - insita
nella relazione analista-paziente di quanto possa fare l’esclusiva attenzione alle
dimensione ripetitiva dei pattern relazionali problematici (Lachmann, 2000).
Kohut - pur spiegando il transfert di oggetto-sé in termini di recupero di
esperienze evolutive mancate, evidenziando così dal punto di vista genetico, in linea
col modello classico, gli arresti e deficit di sviluppo nel passato di una persona -
differenziando il trailing edge (ciò che è usuale, che guarda dietro) e il leading edge
(ciò che è innovativo, che guarda avanti) (Miller, 1985; Tolpin, 2002; Lachmann,
2008) nell’esperienza attuale del paziente, propone di riconoscere e sostenere, nel qui
ed ora della seduta, le spinte motivazionali evolutive (il leading edge) piuttosto che
quelle ripetitive. Collocando così la scambio clinico - al contrario del modello classico -
in una traiettoria temporale che dal presente, influenzato dal passato, si proietta verso
il futuro.
Spostando così implicitamente l’accento sulla “relazione reale” della coppia
analitica oltre alle dinamiche transferali. La stessa definizione di “esperienze di
oggetto-Sé” - utilizzata anche per spiegare la necessità di particolari esperienze
relazionali per il benessere psicologico di una persona nell’arco di tutta la vita - ne
amplia di fatto il campo di significazione inserendolo in una prospettiva più
propriamente relazionale.
In questo senso accogliere, sostenere e promuovere le tendenze evolutiv
emergenti - i “tendrils of health”, i “polloni di salute”, nella bella metafora della Tolpin
(Tolpin, 2002) che riunisce in un immagine la capacità degli alberi di ricacciare di
nuovo quando sono recisi, e degli esseri umani di recuperare, in un contesto
adeguato, il proprio benessere psicologico (la capacità di “self-righting”; Pancheri,
Paparo, 2002) - significa ristabilire, nell’ambito di una nuova esperienza relazionale,
quella connessione positiva e vitalizzante tra l’adulto e il bambino in ognuno di noi,
connessione alla base della creatività personale e della capacità di amare, piuttosto
che assecondare bisogni regressivi del paziente, infantilizzandolo, in funzione di
fornirgli gli strumenti necessari al raggiungimento della maturità, come implicato nei
concetti di ambiente di “holding”, di “reverie” e di legame di “oggetto-Sé” arcaico.
i
Per Fossaghe (Fossaghe, 2011) la “dimensione evolutiva” di un individuo è rappresentata, momento per
momento, dalle priorità in oscillazione dei “valori” o preferenze motivazionali. Ogni realizzazione
momentanea delle preferenze motivazionali contribuisce progressivamente alla vitalità, all’autostima, al
senso di agency e ai livelli progressivamente sempre più complessi di auto-organizzazione. I possibili
conflitti tra motivazioni diverse possono ostacolare l’espressione di tale dimensione.