emotivo di Valeria era cambiato. Ci eravamo trovati di nuovo a girare a vuoto
ripercorrendo ancora una volta le situazione traumatica della sua infanzia legata ad un
lutto, mal gestito dai genitori, che aveva colpito la famiglia quando lei era bambina.
Situazione che aveva portato Valeria a incistare un profondo vissuto di rifiuto e
inadeguatezza che in certi momenti la portava ancora oggi a entrare in uno stato
emotivo fatto di autocritiche e di un auto-disprezzo che arrivava a “rovinare” tutte le
conquiste evolutive che con fatica, tenacia e determinazione aveva raggiunto.
Andammo avanti per oltre un mese con Valeria che - con rabbia auto
denigratoria - riconduceva qualsiasi discorso o riflessione sulla sua vita presente,
passata o futura a conferma della sua tesi di fondo relativa alla sua incapacità e
cattiveria. Cosa che mi costringeva in una posizione di impotenza, con la dolorosa
consapevolezza che gli sferzanti giudizi critici che Valeria rivolgeva verso se stessa
erano anche rivolti all’analisi e a me che non ero in grado di affrontare la situazione, di
aiutarla a trasformare quello stato emotivo cosi pervasivo e generalizzato.
Finché, dopo varie sedute bloccate in quest’impasse doloroso per entrambi, al
suo racconto di una scena di un sogno in cui vedeva Riccardo, potei rendermi conto e
comunicarle che il suo cambiamento emotivo era avvenuto da quando mi aveva
raccontato del corteggiamento da parte di Lui. Doveva esserci un nesso. E forse ciò
era dovuto al fatto che non era così poco coinvolta sentimentalmente come aveva
detto.
Valeria rimase colpita dalle mie parole, convenne che l’essere corteggiata da
Riccardo era una cosa gratificante, che non le era mai capitata in questo modo, ma
che la faceva anche arrabbiare.
La validità della mia “interpretazione” venne confermata dal fatto che dopo
questo scambio potemmo tornare a una collaborazione più serena. Comprendendo
meglio la funzione auto-regolatoria degli stati di rabbiosa auto denigrazione di Valeria
rispetto a situazioni potenzialmente ansiogene. Nei mesi successivi, infatti,
affrontando il suo desiderio e timore di innamorarsi ed essere amata e decidendo di
potersi permettere di vivere una storia con Riccardo, Valeria poté elaborare
ulteriormente anche il suo rapporto conflittuale e la forte dipendenza dalla madre.
Riuscì a sostenere le sue critiche sprezzanti rispetto alla scelta di stare con Riccardo
sentendosi più svincolata emotivamente dai suoi giudizi e punti di vista. Questa volta
non si era infuriata ingaggiandosi in un lungo ed estenuante litigio come faceva fin
dall’adolescenza, facendo poi spesso, per quanto le era possibile, di testa sua ma col
profondo e debilitante timore di fallire. Era preparata ad una reazione negativa ed era
riuscita a mantenere il punto senza arrabbiarsi troppo, potendo continuare a viversi
un esperienza evolutivamente nuova e importante senza sentire - come altre volte in
passato e come nei momenti della nostra impasse - che ciò avrebbe potuto spezzare
un legame fondamentale lacerandola interiormente senza rimedio.
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