Un lungo silenzio fa nascere una certa tensione tra noi. Viene interrotto quasi
d’improvviso, dalla sua voce che è diversa dal solito.
“Sono tornato nella dark room.” Silenzio. “Non so però se sia il caso che le racconti la
mia esperienza … La vorrebbe sentire?”
Il tono è accattivante, seducente e suscita in me un po’ di disagio, non per ciò che mi
ha detto, ma per come l’ha detto.
Dibattiamo per un certo tempo sulla curiosità, sull’interesse e su cose note e mi rendo
conto del fatto che questo scambio vagamente seduttivo sia reciproco. Pur
continuando a giocare, intuisco la presenza di una “insidia”, che però non riesco a
distinguere. Amedeo in effetti, continua a voltarsi a guardarmi studiandomi di
sottecchi, cosa che non ha mai fatto. Almeno, non così.
Affrontiamo intanto tematiche legate all’accettazione e all’accoglimento di tutti i suoi
aspetti.
A.: ”Si, si, ma chissà se posso davvero raccontare questo … posso osare? E’
un’esperienza particolarmente coinvolgente.“
La modalità con cui si sta proponendo, mi inquieta, ma sento di doverlo incoraggiare.
Amedeo si gira sul lettino nuovamente e mi guarda e comincia.
“Sono andato in sauna … ho visto
uno.
Mi piaceva … l’ho visto entrare nella dark e …
l’ho seguito. Dentro, nella stanza c’era un intenso profumo … ed ho percepito la sua
presenza. Si muoveva intorno a me … non potevo vederlo, ma ho sentito quel
profumo che si avvicinava … ed ora il buio ci avvolge … lo sento più vicino … inalo
questo odore penetrante … lo cerco … i nostri corpi si sfiorano ed incontro la sua pelle
… sento il brivido che la attraversa mentre muovo le mie mani lentamente lungo le
sue braccia …”
Silenzio
Mi sento molto in difficoltà, sicuramente imbarazzata. Ho mille pensieri che affollano la
mente. In quella stanza non c’è più il “nessuno” che c’è sempre stato, ci sono
piuttosto due persone, due corpi che si riconoscono, si parlano e si desiderano.
Non capisco dove stia andando e dove voglia portarmi con il suo racconto e non so
nemmeno se voglio seguirlo.
Mi muovo nervosamente sulla sedia.
Lui si volta e mi guarda. Mi scruta. Mi studia.
Vedo il suo sguardo lentamente cambiare da titubante che era si fa più sicuro del suo
effetto. Perché un effetto ce l’ha! Vedo un sorriso che gli attraversa il viso. Un
sorriso che non conosco.
Abbassa la voce di un’ottava e prosegue.
“Sento i nostri corpi che si toccano …”