Si accomoda ed inizia a raccontare.
La sensazione che ho nel vederlo è simile a quella provata al telefono e penso a come
Sergio Leone definiva Clint Eastwood: “Clint, quando recita, ha due espressioni, una
con il cappello, l’altra senza cappello”.
Amedeo anche. La prima senza sorriso, la seconda con il sorriso, ammesso che sorriso
si possa chiamare. Mi ricorda quando si dice ai bambini: “Mostrami i dentini…”.
L’espressione non cambia mai, come Clint…
A: “Vivo solo, sono solo. Leggo tantissimo, nel frattempo studio malamente per
l’esame da avvocato, peraltro già fallito ad un primo tentativo.”
Forse dando voce ai miei pensieri, aggiunge: “In effetti, ho 42 anni e fino ad ora non
ho trovato una mia collocazione nel mondo del lavoro. Ma questo è, per me,
secondario. In realtà sarei qui per un’altra questione. Ovvero, non ho ancora messo a
fuoco la mia sessualità. Sono reduce da due trattamenti naufragati miseramente e
nessuno dei due terapeuti mi ha cambiato”.
Il tono con il quale comunica è neutro, non v’è traccia di alcuna emozione.
Sorridendo compostamente gli chiedo: “ Cambiarla? Che cosa intende?”
A. “Io non ho ancora deciso il mio orientamento, ovvero se scegliere i maschi o le
femmine e nessuno dei due ex-terapeuti mi ha convinto che le femmine siano meglio.”
V.” Non l’hanno
convinta
che le femmine siano meglio … Si trattava di una sua
richiesta precisa … intendo, quella di farle raggiungere
tale
convincimento
?
A.” Cosa intende? No, io non ho chiesto nulla. Evidentemente per loro era scontato. E’
normale, in effetti, che i maschi scelgano le femmine ed ambedue hanno lavorato in
quella direzione, fornendomi logiche spiegazioni al riguardo.”
V. “ Mi colpisce ciò che ha detto … soprattutto i termini che lei usa: “
decidere
,
convincere
,
logiche spiegazioni
” … ma questo è ciò che lei ha
sentito
di
desiderare
?
Perché nel suo discorso, a me personalmente manca proprio questo verbo.
“Clint” mi guarda intensamente con il volto immobile in silenzio per un lungo periodo
ed io penso : “Ouch, sono stata troppo diretta. E’ vero che domani parto, è vero che di
primo acchito non è proprio simpatico, però …” Amedeo interrompe i miei pensieri: “
E’ la prima volta che mi viene menzionato quel verbo da uno psicoanalista. Penso che
avrò un argomento su cui riflettere durante le vacanze. Quando posso chiamarla per
avere un nuovo appuntamento? A settembre intendo.”
Forse un po’ sorpresa, propongo date, orari e ci accordiamo.
Lo accompagno all’ingresso e mi trovo travolta da mille pensieri e sentimenti, tra cui
uno in particolare: “Speriamo che cambi idea”…
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