sud africana inglese che era fuggita dalla terra della sofferenza e del dolore molto
tempo prima; anche il paese dell’incredibile bellezza e diversità; quel paese che avrei
sempre sentito anche con un senso di nostalgia, profonda nelle mie ossa.
Nell aveva l’aspetto che immaginavo – un’ariana alta e bellissima.
Un’aria cauta, se non gelida, marcava la sua presenza. A volte, durante il suo
racconto, questo atteggiamento cedeva il passo a un sorriso che irradiava un calore
tale da entrare in conflitto con le aspettative, profondamente radicate in me, di come
avrebbe dovuto essere stare seduta lì con il nemico.
Come accade quando il passato torna irrompendo inaspettato nel presente, mi sentii
in qualche modo disorientata.
Cosa stava succedendo? Ero impazzita? Questa sensazione di essere “fuori uso”
apparteneva solo a me? Queste domande e le loro diverse manifestazioni
continuarono a presentarsi in vari modi man mano che il nostro lavoro insieme
progrediva e, mentre le nostre convinzioni risolute si addolcivano ai lati, una sorta di
spazio si aprì tra di noi, per permetterci di vivere l’esperienza dell’altro in modi nuovi
ed inaspettati.
Ma non voglio anticipare troppo.
Nell affermava che la ragione per cui era venuta da me era quella di affrontare la sua
infelicità dopo la recente emigrazione, di trovare un senso in questa terra così diversa
e, non riuscendo a fare questo, di essere aiutata a facilitare il suo ritorno in Sud
Africa. Quest’ultima posizione era fortemente contrastata dal marito e i figli, i quali
amavano il Canada, amavano la calma, la prevedibilità e la sensazione di sicurezza,
così nettamente distinti dalla violenza e la turbolenza che si erano lasciati alle spalle.
Nell aveva difficoltà con tutto questo.
Se da un lato comprendeva razionalmente la loro prospettiva, dall’altro era più
preoccupata di ciò che viveva come vacuo ed insulso.
Si sentiva afflitta dall’apparente assenza di uno scopo più alto nella psiche canadese e
dall’impressionante mancanza di passione che percepiva tra la gente. Aveva nostalgia
di quel tipo di passione che accompagna il sentirsi pienamente coinvolti all’interno di
un paese spesso lunatico, in cui ogni respiro diventa saturo di forte affettività e
opinioni risolute, in cui una persona è legata per intensità e scopo con persone che la
pensano in modo analogo ed è contrapposta, in un’inimicizia piena di odio, a quelli che
non condividono le stesse idee politiche.
Le preoccupazioni di Nell mi colpirono profondamente.
Quanto esse entravano in risonanza con le mie prime esperienze in Canada quando,
disperata, mi ero convinta che i canadesi fossero condannati a mettere tutta la loro
energia in qualche discussione ripetitiva sul tempo atmosferico (era già terribile senza
doverne discutere), ma non si preoccupassero o non investissero o apparentemente
conoscessero o avessero interesse a sviluppare qualsiasi percezione approfondita dei
problemi che laceravano paesi e gente lontani, di qualsiasi evento o esperienza del
mondo fuori dai loro confini. Quanto a quell’epoca mi ero sentita sola, arrabbiata e
sprezzante. Come mi potevo collegare bene con il suo racconto nel presente.
E mentre cominciavo a registrare questa risonanza fui anche colpita da un nascente
“lei ed io”, un quasi “noi”, supposte nemiche, legate nella comunanza di esperienze e
di sentimenti. Questo fu un momento di svolta per me, che cominciò a rimuovere
alcune delle mie prime riserve, rimescolando
un senso di curiosità e altre sensazioni