l’altra.
Sono convinta che questa situazione è intrinseca all’atto di migrare e che non importa
la qualità della migrazione: ognuno di noi risponderà a questa enorme perdita in modo
diverso.
Questa terapia è stato l’incontro fortuito di due soggettività che avevano delle
esperienze simili. Alice ha trovato nella terapeuta una reduce “sufficientemente”
intera da un altro naufragio, che poteva usare come uno specchio .
L’esperienza soggettiva dell’analista, la sua migrazione, ha permesso l’emergere nella
paziente di tematiche dolorose legate alla separazione, indispensabile per elaborare il
lutto per l’abbandono del proprio paese.
Come afferma il Gruppo di Boston, si è trattato di un “momento di incontro” , che
crea qualcosa di nuovo, che modifica l’ambiente intersoggettivo; crea un nuovo
contatto, determinato da un cambiamento della relazione implicita condivisa. “Quando
parliamo di incontro autentico, intendiamo una comunicazione che rivela un aspetto
personale del Sé, evocato nella reazione affettiva nei confronti dell’altro. A sua volta,
questo incontro rivela all’altro una firma personale, così da creare un nuovo stato
diadico specifico dei due partecipanti.” (Carli L.; Rodini C. 2007, p.449)
Penso che il cambiamento nella terapia sia avvenuto, nel momento in cui Alice ha
smesso di arrabbiarsi con il partner, ha cominciato a sentire la sua fragilità, la
solitudine, il senso di precarietà, come non riferite al rinvio del matrimonio, bensì alla
migrazione, alla separazione e ha visto me, per la prima volta, come una che la
separazione l’ ha fatta.
Alice, dopo non più di un anno, è partita per Buenos Aires, incinta, sposata e
soprattutto con una valigia né troppo leggera né troppo pesante. Ci siamo viste fino
alla partenza e ci siamo sentite molto soddisfate.
Secondo Atto
Un anno dopo sono in Buenos Aires. Nelle mie solite vacanze estive rientro a “casa”.
Mi telefona Alice che sa, tramite l’ex analista del marito, che sono a Buenos Aires.
In una conversazione molto affettuosa mi invita a conoscere suo figlio di pochi messi.
Molto serenamente accetto l’invito e vado a casa sua: coincidenza vuole che abiti di
fronte alla mia casa. Passiamo due ore molto belle: Al. è una mamma premurosa e
felice nel suo matrimonio. Con un suo fare caldo ma formale ci separiamo.
L’estate scorsa, a Buenos Aires, due anni dopo il nostro incontro, Al. ,che mi ha visto
entrare in casa, mi telefona per invitarmi di nuovo a casa sua per farmi conoscere la
sua bambina appena nata. Mentre parliamo, il marito vuole sapere se la sua ex
terapeuta è a Buenos Aires; gli rispondo di si.
Dopo aver parlato con la collega e amica terapeuta, anche lei contattata dal marito,
decidiamo di andare insieme.
Si crea un momento magico: Alice e Franco ci presentano i figli, ci chiedono consigli
sul modo di affrontare piccoli dubbi in relazione alla educazione dei piccoli: siamo le
nonne assenti.
Quando ci salutiamo, Alice mi dice che sta studiando astrologia nell’ università e che le
piacerebbe molto, se mi fido della sua poca pratica, fare la mia carta astrale. Senza
pensare dico di sì e ci accordiamo per rivederci..
Siamo noi due e i bimbi; Alice mi fa il tarocchi e, mentre alzo le carte, lei mi parla,
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