Franco, non sposandola, non riconosce e non dà valore alla scelta di seguirlo e di
abbandonare l’Italia.
Mentre colgo questo sentimento, esploro il rapporto di coppia: scopro due persone
che si vogliono molto bene, si rispettano tanto da essere gentili e comprensivi con le
proprie debolezze, qualità non facile da trovare.
I miei tentativi di condividere questa sensazione con la paziente non trovano terreno
fertile: lei è arroccata nel vedere l’incertezza di lui sulla data del matrimonio, come
prova assoluta del fallimento della coppia.
Con molta fatica porto Alice a ripercorrere insieme la sua storia. Non si evidenziano
nel suo racconto ricordi gioiosi o spensierati, né legami forti e calorosi fuori dell’
ambito familiare.
Alice si è sentita spesso sola; i suoi genitori, per motivi diversi, sono stati poco
presenti. E’ la minore di tre figlie. Sua madre non si è occupata di lei né delle altre
due sorelle; passava le sue serate e nottate giocando a carte, avvolta in una nube di
fumo. Il padre, pilota, per lavoro era spesso altrove
.
Insieme le sorelle si sono dovute occupare della casa e dei loro bisogni: la madre era
sempre assente, con umore altalenante, spesso depressa in modo grave.
Molto giovane Alice sposa un uomo più grande di lei. Il matrimonio non funziona;
questa persona si rivela molto gelosa e violenta. Alice diventa un ostaggio ma tiene
tutto per sé, perché ha vergogna e paura di parlare di questo all’ esterno e soprattutto
con i suoi, che hanno stima di suo marito. Dopo un anno, e contro il parere di sua
madre che le diceva: “Ormai ti sei sposata e non ti puoi separare subito”, prenderà
coraggio e lo lascerà..
Alice esce de questa relazione con una forte depressione, poca stima di sé e del suo
futuro. Ricorda che questo avveniva all’epoca del crollo delle Torri Gemelle, e anche lei
si sentiva a pezzi, distrutta. Finito il matrimonio, va a vivere da sola in una casa di
proprietà dei genitori e vicina a loro.. I genitori, impauriti e non sapendo come
sostenerla nella sua depressione
,
la riportano a casa con loro e consultano uno
psichiatra, dal quale porteranno non solo Alice, ma anche sua sorella Elisa che, nello
stesso periodo, si stava separando dal marito.
Dopo dirà: “ Mia madre, che da uno psichiatra non ha voluto mai andare, ha portato
noi a imbottirci di cose pessime, antidepressivi, per non correre il rischio che
andassimo da uno psicologo a spifferare quelle che lei crede le sue magagne”.
Alice torna a vivere da sola ma, dopo un po’ di tempo e una relazione finita male,
vive nuovamente giorni bui, respira male ed è molto stanca. Sarà la sorella Bea a
scuoterla e indirizzarla da uno psicologo che inizialmente saprà aiutarla.
Più tardi si scoprirà un problema alla tiroide che, curato, risolverà i sintomi di
stanchezza.
Ci vorrà molto tempo perché Alice si riprenda la sua vita, con un lavoro, amici, svaghi.
Anche per le sorelle non è stato facile crearsi una propria vita. Elisa, la maggiore,
separata, vive da sola; l’altra, Bea, va via di casa molto presto con il suo primo
fidanzato e subito ha un figlio, oggi ventenne. Tutte sono rimaste molto legate ai
genitori e con delle vite non risolte.
Al si è sentita sempre più vicina a Bea, mentre con Elisa, che definisce “problematica
e misteriosa” il rapporto è stato più distante.
I genitori oggi hanno un rapporto molto formale; Hanno comprato delle case alle figlie