passare a frequentare altra gente, altre donne, per fare un’altra vita in cui Gaia non
ha più un posto.
Gaia si sente ora svuotata, manipolata, terrorizzata dal dubbio che le si sta insinuando
sempre più nella mente: il dubbio che Stefano sia borderline, che abbia problematiche
simili a quelle del fratello, o che sia lei ad andarsi a cercare “persone malate”, che sia
dunque lei quella malata… “Ho tanta confusione in testa, non capisco cosa è vero e
cosa non lo è” – dice.
Il rapporto con Stefano, ma anche quello con altre persone che la circondano, appare
caratterizzato da ambiguità e assenza di trasparenza, aspetti che hanno avuto un
ruolo nel seguente episodio in analisi: anche in questo caso è stato essenziale un
fattore che esula dalla interpretazione in senso stretto, si è trattato piuttosto di un
enactment, qualcosa avvenuto all’interno della relazione analitica nel “qui e ora” e
che, pur non essendo stato fatto oggetto di interpretazione, potrebbe aver contribuito
a colmare alcuni vuoti e alcuni bisogni di Gaia: a fine mese Gaia mi porge i soldi delle
sedute effettuate, sono diverse banconote ed io lì per lì, forse con l’intento di non
volermi soffermare troppo sui soldi dinanzi a lei, faccio un rapido calcolo e, quando lei
mi dice “Sono 20 euro di resto”, mi affretto a darglieli.
Ci salutiamo dandoci gli auguri di Buon Natale – era l’ultima seduta prima
dell’interruzione natalizia – e torno a lavorare, vedo altri pazienti, fino al momento di
chiudere lo studio e tornare a casa. Solo a quel punto mi viene in mente di controllare
i soldi ricevuti in giornata, faccio i miei conti e, con mia sorpresa, mi ritrovo con dei
soldi “di troppo” . Eseguo di nuovo i conti, sono sempre più convinta di avere una
banconota da 50 euro in più, ma un piccolo dubbio resta sempre. Come fare? L’unica
paziente ad avermi pagato con quel taglio di banconote è stata Gaia quel giorno,
comincio a credere che si sia sbagliata, e mi chiedo come potermi accertare di questa
ipotesi. Dirle direttamente “Lei mi ha pagato troppo” non mi sembrava il caso, anche
perché non ne avevo la certezza assoluta; fare finta di niente sarebbe stato un grande
rischio dato che, semmai se ne fosse accorta, avrei agito esattamente come quelle
persone che la raggirano, la ingannano, non sono chiare con lei ed appena possibile
approfittano della sua generosità. Inoltre, non è nella mia indole lasciar correre una
cosa del genere. Alla fine decido di chiamarla e di esprimerle semplicemente il mio
dubbio, anche perché non dire nulla avrebbe significato tenere la cosa in sospeso fino
a dopo le vacanze natalizie, volevo affrontare la questione ora. Gaia non risponde
immediatamente alla mia chiamata, così le scrivo un sms: “Mi scusi, ma ho
l’impressione che non mi tornino i conti e vorrei assicurarmi di averle dato
correttamente il resto, potrebbe controllare? La ringrazio e le auguro ancora Buone
Feste.”
Poco dopo Gaia mi scrive: “Ho visto ora la sua chiamata ed il messaggio, mi scusi ma
stavo lavorando. In effetti mi sono resa conto solo ora…credo di averle dato 50 euro in
più.”
Ed io: “ In questo caso, consideri già pagata la prossima seduta.”
“Grazie e Buone Feste anche a lei” – risponde.
Una seduta già pagata…qualcosa che assicura in forma concreta la presenza di un
legame, di un impegno, di un ritorno dopo una interruzione, la prima che affrontiamo
da quando abbiamo iniziato a vederci. “Certo Gaia tornerà dopo le vacanze” – mi dico
– “ma lo farà solo perché ha la seduta pagata?” Forse no. Forse questo scambio fra