mi spiega i simbolismi, mi chiede della mia vita e per prima volta io parlo di me. É
come se si fossero rovesciati i ruoli: Alice utilizza le sue competenze per dirmi delle
“verità delle carte”, io sono la sua paziente, che usa le sue conoscenze. In questo
intercambio, che ha dell' atmosfera analitica, Alice mi parla di sé, della sua vita
argentina, delle sue gioie e sofferenza, dicendomi anche che il paese non le piace e
che sarà molto contenta se al marito confermeranno il prossimo trasferimento.
Registro con piacere che Al possa criticare il mio paese.
Attraverso la strada che mi porta a casa con una sensazione leggera: non so bene
cosa è successo in questo incontro, ma mi sento bene.
Passano molti mesi da questo incontro, si succedono eventi, finisco l’istituto di
psicoanalisi. Comincio a ripensare l’accaduto e a confrontarmi con dei colleghi; questo
lavoro inizia a prendere forma dentro di me fino al viaggio a Parma, dove mi trovo di
fronte all’’installazione di Claudio Parmiggiani nella chiesa di San Marcellino:
“Naufragio con spettatore”. L’emozione mi deborda, mi trovo davanti un’opera di
un’intensità indescrivibile, e che racchiude il senso del mio lavoro. Ho il titolo.
A lavoro iniziato Alice mi contatta telefonicamente e mi racconta del trasferimento del
marito in un altro paese. Lei dovrà ricoprire un nuovo ruolo, che la trova impreparata
e che fa affiorare le sue paure e il bisogno di essere all’ altezza ,insieme alla gioia e
alla fierezza per l’importanza del nuovo incarico.
Alice vuole occuparsi delle persone bisognose dell’ Argentina: mi chiede aiuto e
collaborazione perché sa del mio impegno nel settore. Insieme immaginiamo come
poter sviluppare questo lavoro, e nuovamente mi trovo a dare una forma più
riassicurante a pensieri allora incerti. Alice, con la timidezza e il rispetto che la
caratterizza, mi parla del desiderio di fare qualcosa con me per il mio paese. Mi sento
lusingata ed emozionata dalla generosità di questa persona e dalle “nostre”
coincidenze.
Dico ad Alice che anche io la sto pensando e sto scrivendo sulla particolarità della
nostra relazione, e che vorrei le sue sensazioni e commenti. Accetta volentieri.
Questo lavoro è fatto a quattro mani: Alice ha letto i miei scritti e mi ha dato il suo
parere, aggregando delle cose, suggerendomene altre, correggendo delle imprecisioni.
Insieme a questo appunti mi ha inviato la mia carta astrale a puntate, un resoconto
più o meno veritiero della mia vita secondo gli astri .
Ogni volte è stato uno scoprire altre aspetti della terapia, della relazione e, perché no,
della mia vita.
Non avevo mai pensato all’ importanza terapeutica, fuori del setting analitico,
prodotta dal mio aderire alla proposta di farmi fare la carta astrale.
Alice mi ha confessato che la madre, quando era molto depressa, parlava con i morti e
lei era tanto spaventata che aveva abbandonato la sua curiosità per i temi metafisici e
religiosi, che tanto la appassionavano.
Anche il suo precedente psicologo l’aveva sconsigliata di interessarsi di religione, yoga
o di qualsiasi cosa legata alla creatività, perché toppo vicine alla follia.
Non mi aveva mai parlato di questo, e ho capito a posteriori di aver contribuito a dare
legittimità e valore ad Alicia e ai suoi studi.
Sento che non è casuale che abbia scelto di presentare questo caso, sicuramente un
caso particolare, fuori di certi schemi “classici”, alla fine di un percorso formativo che
mi ha aiutato ad alleggerirmi di certe mie rigidità e a trovare un modo più consono a